A che gioco giochiamo?

 

Buongiorno ragazzi, a che gioco giochiamo questa settimana?

Nascondino…sudoku…tetris….noooo, suvvia siamo blogger, siamo qui per condividere i nostri pensieri, i nostri scritti, i nostri sentimenti.

Questa è quindi la mia idea per i prossimi giorni.

Di seguito troverete l’incipit della “nostra” favola. Ognuno di voi potrà aggiungerne, nello spazio dei commenti, un pezzo che abbia un minimo di senso con i personaggi e la storia che precede. Ognuno con la propria modalità di scrittura. Potete inserirci una poesia se siete poeti, una canzone se siete feticisti di “youtube”, ossimori, proverbi, frasi famose  e ciò che più preferite.

Io alla fine cercherò di farvi da editor, correttore di bozze  e cercherò tra le mie foto la copertina adatta…e vediamo se viene fuori qualcosa di simpatico. Che ne dite? Giochiamo assieme?

C’era una volta un computer.

Era un nuovo notebook Asus, elegante come una farfalla: il “perfetto connubio tra design raffinato e tecnologie avanzate”, così recitava la pubblicità. In effetti aveva un look particolarmente raffinato, un profilo sottile elegante e leggero. La cover esterna era nera, brillante e la tastiera, light-in-motion, si accendeva in presenza di scarse condizioni di luce, permettendo così di poter lavorare comodamente anche in ambienti poco illuminati. O meglio di notte. Anche il display da 15.6 pollici a Led, 16:9 HD si adattava in automatico in base alla luce per garantire la massima visibilità.

In grado, quindi, di distinguersi già al primo sguardo per l’aspetto estetico accattivante e curato in ogni dettaglio – connubio perfetto con lo stile della sua proprietaria –  il nuovo Asus rappresentava anche lo stato della quasi perfezione sul piano delle soluzioni tecnologiche, potendo garantire  performance importanti e al contempo bassi consumi energetici .

Sol’ lo aveva acquistato solo tre settimane fa, e ne era a dir poco entusiasta. Lo utilizzava in massimo modo a casa la sera, nel silenzio della campagna. Una tisana calda e profumata, o una tazza di caffè ben tostato la mattina, un comodo divano, cuffie Sennheiser e un collegamento ADSL veloce costituivano questo suo nuovo divertente mondo…

(…segue)

 

 “That the powerful play goes on, and you will contribute a verse.”  (W. Whitman)

Informazioni su solindue


28 responses to “A che gioco giochiamo?

  • solindue

    (….segue)
    Aveva aperto un blog presa un giorno da uno strano schiribizzo. Un blog – il termine che deriva dalla contrazione Web-log (traccia su rete) – era una sorta di diario on line, un raccoglitore di pensieri, di opinioni, di riflessioni e considerazioni che Sol’ aveva anche cercato in queste poche settimane di abbellire, addobbare e integrare con musiche, sue fotografie o video. Era sempre alla ricerca di novità, curiosa della vita, volenterosa di fare nuove conoscenze ed esperienze, ed era quindi rimasta immediatamente, affascinata da questo suo nuovo gioco, ma non avrebbe certo mai immaginato che tutto ciò le avrebbe cambiato la vita per sempre.
    Quel lunedì mattina, acceso il computer, aveva trovato fra sua nuova posta un messaggio ….

  • alanford50

    Allora dico la mia:

    Che bella storia la tua, sa di gioventù di innovazione e di futuro contemporaneamente, così lontana dal mio essere e dal mio sentirmi, sarà per quei 999999 anni che qualcuno insiste nell’attribuirmi, in verità sono molti ma molti di meno, da quando ho iniziato a contarli sono solo 999, quindi per poter raccontare, posso solo cercare di recuperare qualche sprizzo di memoria, sempre che i due miei neuroni ancora vivi decidano di collaborare e di darmi il permesso ed il loro essenziale aiuto, senza di loro nulla posso, sono loro che gestiscono il tutto.

    Ottenuti i permessi di cui vi ho accennato e la relativa promessa d’aiuto, visto il tema iniziale, legato al mondo dell’informatica, mi accingo ad aprire la cassaforte ignifuga dove sono custoditi i ricordi più belli, quelli a cui tengo in modo particolare e come dopo avere attraversato una porta astrale, una specie di stargate della memoria, eccomi ritornato ai miei anni migliori, erano gli anni 70, anni di transizione, un mondo in fermento, dove tutto sembrava possibile, tralascio volutamente l’inutile politica, per tutto il resto i sogni con un minimo di fatica diventavano possibili, la tecnologia stava uscendo dal suo periodo primordiale di genesi, ogni giorno venivamo sbalorditi da quello che l’umano sembrava saperci regalare, ed ecco che il mondo dei grandi e mostruosi computer, usati unicamente dalle grandi aziende e dagli enti statali, fece passi da gigante e si apri verso il foltissimo mercato delle piccole/medie aziende, la mamma di tutte le aziende informatiche era ovviamente l’IBM, che inizio a mettere sul mercato i primi computer dalle piccole prestazioni, appunto adatto ad un mondo che fino al giorno prima usava L’audit della Olivetti con i suoi nastrini perforati e le sue grandi schede di cartone, una nuova era si stava aprendo per le masse di aziende medio/piccole, l’era della meccanografia e dei relativi centri meccanografici , anche dove io lavoravo con una mansione diversa cedettero all’impulso di innovazione ed affittarono (allora non si comperavano) un Sistema/3 della IBM per gestire le tre contabilità aziendali (Contab.Generale, Clienti Fornitori e IVA) e per gestire il carico/scarico dei materiali di magazzino, ebbene questa macchina fantascientifica per il periodo era così composta :
    Un tavolo di una scrivania di quelle grandi, con una tastiera elettromeccanica ed una stampante ad aghi, collegata alla tastiera, entrambe incastonate nel piano, sotto c’era una doppia cassettiera cin due dischi, uno fisso (per il sistema operativo) ed uno removibile ed interscambiabile, per un tot. di 5MB, attaccato al piano della scrivania c’era un armadio contenente 12 pannelli delle memorie, per un totale di memoria ram di 12 KB (di cui solo 9Kb a disposizione dei programmi utente), pensare che il primo game computer nato agli inizi degli anni 80 il famoso Commodore di Kb ne aveva ben 64, quindi se guardiamo le capacità dei computer di oggi mi stupisco tuttora come facevamo a gestire circa 10.000 input vari ed altrettante pagine di tabulato nei vari registri di contabilità.

    Quel mondo inizialmente era bellissimo, forse il più bello ed avveniristico di tutti, ma nel corso degli anni è cambiato tutto talmente tanto velocemente che in effetti è costato una enorme fatica stargli dietro, ora sono 11 anni che sono tornato ad essere padrone del mio tempo e quando ho chiuso la mia carriera gestivo un AS/400 della IBM con 4 stabilimenti produttivi on line, le capacità tutto sommato non erano mostruose, 600 MB di ram e 18 GB di disco, ora so che sono passati alla nuovissima generazione di AS/400 e si parla di TB terabytes, ogni terabytes è circa 1000 GB e so che ci sono almeno altre due o tre entità superiori di misura, pazzia pura, d’altra parte gli ultimi PC in commercio hanno delle capacità per certi versi astronomiche, impensabili fino a qualche anno fa, ormai le ultime ram sono minimo a 8 Gb e si parla di terabytes di disco anche sui PC, se pensiamo che sulla luna nel 1969 ci sono andati con PC del tipo IBM AT ram da 256 KB e dischi da 30MB o similari, sembra veramente di avere vissuto in un film di fantascienza.

    Questa è la mia storia, storia di vita vissuta, non so bene se ho centrato l’obiettivo che ti eri prefissa, se no, cancella tutto senza pietà.

    Ciaooo neh!

  • arthur

    Oh mannaggia…. mi piace questo gioco… più tardi faccio capolino e… (Asus,naaaaaaa… “perfetto connubio tra design raffinato e tecnologie avanzate… ” scussa (ss=s, cara signora Sol’, ha mai provato un VAIO? 😆 😆 😆 (hihihihiiiiiiiiiiiiiiiiiii… )

    A dopo…

    ps: ‘giorno!!!

  • lulu82

    D’un tratto, nel bel centro della stanza, apparve un coleottero.

    Sulle prime, in considerazione della calda e intensa penombra che avvolgeva l’ambiente, Sol’ non seppe comprendere se realmente vi fosse qualcosa, là di fronte a lei, o se si trattasse del frutto della sua immaginazione, alimentata dai bagliori dell’ampio visore.

    Sollevò la schiena, soppresse il volume, scostò e fece scorrere all’indietro l’auricolare destro, piegò lo schermo verso la tastiera e focalizzò vista e udito su quello che, ora, appariva proprio per quello che era: una sorta di insetto volante, di fattezze e di dimensioni che ella non aveva mai veduto in precedenza.

    Per quel che poteva scorgere, Solindue lo intuiva grande come un dito della mano! Mostrava due grandi occhi che brillavano di arancio, mentre emetteva un ronzio discreto, rotondo e in certo grado orripilante.

    In preda a un’intensa inquietudine, Sol’ si sfilò completamente le cuffie, depose quelle e il notebook sul divano, affianco a sé, e lentamente si alzò.

    Incerta sul da farsi, con movimenti lenti e ponderati girò attorno al tavolino da fumo e prese ad avvicinarsi all’intruso, interamente percorsa dai brividi eppure determinata ad affrontare quanto stava avvenendo.

    L’animale rimase a librarsi sul posto, appena ruotando il corpo al fine di seguire, con quegli occhi, tanto più spaventosi quanto più parevano capaci di intelligenza, i movimenti di Sol’, la quale, mentre con circospezione indicibile si avvicinava, potette scorgerne ancora meglio le caratteristiche: il colore era scuro; il corpo, di proporzioni mai immaginate, era ricoperto interamente di una fine e corta e fitta peluria; le ali erano pressoché invisibili, per il battere rapidissimo, per la consistenza, per la scarsa illuminazione e gli occhi, ah quegli occhi incredibili, agghiaccianti e indagatori, erano occhi spaventati e minacciosi al tempo stesso, di un arancio tanto brillante e tanto intenso come di pietre preziose rese cosa viva.

    Sol’ si portò quasi a distanza di braccio, ma non osò avvicinarsi oltre, incapace di elaborare un qualsivoglia piano d’azione che le consentisse di dare una svolta allo stallo, a quella stasi di tutto il tempo e concentrazione di tutto lo spazio in cui ora si trovava.

  • lulu82

    In quella, le sovvenne che il messaggio, appena ricevuto in posta, parlava di Linneo, che nulla aveva a che fare con i suoi interessi, con la sua vita.
    Perché qualcuno avrebbe dovuto scriverle di Linneo?

    • Alfonso Mormile

      Eppure Sol’ sapeva che doveva avere un senso. Appoggiò i gomiti sul tavolo e si mise a fissare lo schermo del portatatile. Dopo un po’ si accorse che il suo sguardo si era perso al di la del monitor, come se questi fosse diventato trasparente. Il ronzio del coleottero veniva amplificato dal silenzio notturno, di fuori le foglie parevano battere le mani al venticello caldo che le accarezzava, miriadi di presenze minuscole e invisibili, lavoravano incessantemente per assicurarsi la presenza nel giorno che sarebbe giunto tra poche ore. Poi l’insetto si fermo sul bordo dello schermo, proprio al centro dove c’era l’occhio elettronico del computer. Le sembro che la guardasse intensamente, ma le apparve subito chiaro che era solo una sua fantasia. Infine diresse lo sguardo di nuovo alla mail che aveva appena ricevuto. Linneo, un lavoraccio immenso per catalogare tutte le specie conosciute. Lo immaginò affaccendato a contare zampette e ali di farfalle. Linneo, la stessa pazienza delle formiche, ma forse aveva dimenticato di catalogare qualcosa…

      • solindue

        SIIIII!!! Alfonso sei magnifico! Cielo quanto ti adoro!!!
        Grande, ragazzi, grande!!!

        Chi ha il coraggio di raccontarmi cosa si era dimenticato Linneo di catalogare…suvvia un po’ di fantasia giovani blogger!!!

  • solindue

    Buongiorno giovani Blogger,
    perdonatemi , so di non essere stata una brava padrona di casa…sono sempre a giro e vi coccolo poco. Spero il caffè stamani fosse abbondante e le brioche ancora calde.
    Siete fantastici, e presto vi dedicherò uno spazio in continua evoluzione per farvi rilassare o divertire…ho un’idea…voi continuate la mia storia, scrivete, scrivete è perfetta!

    to Arthur
    Asus vs/ Vaio
    Una mamma, tre figli e quattro portatili.
    Tre Vaio ed un Asus…qualcuno deve piegarsi per il bene dell’economia domestica.
    La mamma.
    Vediamo lo stesso mondo ma io con sfaccettature diverse.

    To Stella
    Hai il tempo per la pausa pranzo tu??? Oh Cielo Stella fortunata!

    Tu Lulù
    Linneo…chi era costui? Stai parlando di Carl von Linné il naturalista?
    La stai mettendo giù difficile…

    • lulu82

      Carissima,

      sì, è lui.

      Il mio non è che un sassolino di immaginazione gettato nel lago della creatività, sulle cui rive hai voluto darci convegno: può darsi che la sua piccola onda smuova della fantasia, può darsi di no.
      Così come può darsi che ben più vivaci marosi, frutto di più fervidi ingengi, dei quali certo il nostro consesso non difetta, animino giocosamente la nostra scampagnata comune.

      Si può giocare anche con le cose da grandi: è un gioco, infatti.

      Un abbraccio a tutti

      Lulù

  • solindue

    Bene ragazzi, continuate a scrivere se avete voglia. Io nel frattempo inizio a lavorare con questo materiale. Baci per tutti..ma da lontano…sono nuovamente raffreddata!! Ufffii!!

  • arthur

    … come si suol dire, la curiosità è donna e quindi ci mise praticamente meno di un attimo ad aprire quel messaggio e… dapprima rimase un po’ delusa, ma poi, leggendo e rileggendo, si rese conto che qualcosa doveva farla subito e quindi, appoggiò il computer sul suo bel tavolo fratino, un gioiello del seicento, realizzato tutto con incastri a tenone e mortasa, con un bel piano costituito da una tavola unica, di circa 5 cm di spessore, ancora lavorata con sgorbia in noce, si stiracchiò un attimo, fece un bel sospiro di sollievo e si diresse verso la porta della camera da letto.

    Appena entrata, diede un’occhiata al letto ancora disfatto, fece spallucce e si diresse verso la cabina armadio, praticamente il suo regno, dove dentro teneva tutto ciò che in certi momenti, le serviva per farla sentire meglio: abiti corti, lunghi, sportivi, da sera e da passeggio, gonne adatte per tutte le occasioni, maglie, maglioni e magliette d’ogni tipo, camice che nel tempo avevano conosciuto tantissime riletture da parte dei creatori di moda a lei più fedeli, modelli classici, con maniche lunghe chiuse da bottoni ed abbottonate davanti, colli con punte aguzze, arrotondate, alla koreana, o con il taglio stondato, senza contare l’enormità di scarpe che, in bella vista su di uno scaffale, davano l’impressione di non essere state mai usate.

    Diede un’occhiata poco convinta a tutto l’insieme, prese in mano un paio di jeans, il modello più sdrucito che aveva, un dolce vita a coste larghe di un bel colore rosso amaranto, li accostò uno accanto all’latro, scosse la testa con fare compiaciuto e li appoggiò sul letto, guardandoli ancora come se li avesse visti per la prima volta.

    Incominciò a spogliarsi, prima la gonna, che lanciò con una mossa felina sulla poltrona in fondo alla stanza, poi mimando movenze voluttuose, tolse la maglia, facendola scivolare lentamente sulla pelle, come fosse una carezza, con l’occhio incollato allo specchio della toletta, un bellissimo pezzo di fine ottocento di origine francese, in noce nazionale e piano di marmo originale di Carrara, e l’immagine che le rimandava, probabilmente la teneva su di giri, tant’è che incominciò perfino a ballare, come se una musica in sottofondo, una “Balada Para un Loco” di Astro Piazzolla guidasse i suoi passi, ora felpati, ora decisi e sicuri, comunque sia sensuali.

    In un balzo, tolse anche gli ultimi indumenti rimasti e, presa l’asciugamano dentro all’armadio, andò a farsi una doccia, sempre canticchiando la musica che prima l’aveva per un attimo rapita…

  • arthur

    … le piace stare sotto la doccia, aprire tutta l’acqua calda e immobile con gli occhi chiusi, starsene lì e pensare il nulla. Lascia che l’acqua la massaggi, i rivoli le scendono dai capelli, appena tagliati corti alla maniera di Valentina, sul suo bel viso e sul seno, la fanno rinascere, pace, benessere ed eccitazione al tempo stesso.

    Il vetro della doccia, è già tutto appannato e aprendo gli occhi, nel vedere la sua immagine riflessa e sfogata, la ripercosse con un dito, segnandone i contorni… un gioco nuovo, mai sperimentato, sagome che una sopra l’altra si confondevano, segnati ogni volta da un sussulto, come se per la prima volta, riuscisse a vedersi in un corpo a corpo che il suo stesso corpo le rimandava, centuplicandone gli effetti e le sensazioni…

    Sorrise, passo le mani tra i capelli e chiuse l’acqua. Per un attimo restò ancora ferma immobile, poi sorridendo ancora, apri la porta e prese l’asciugamano morbido di spugna, bianco, con sopra ricamato a grandi lettere il suo nome” Sol’… “

    Mentre indossava i jeans, si accorse che si era fatto tardi, e fu allora che le venne in mente quell’e-mail, scarna, di poche righe, ma al tempo stesso incisiva, quasi fosse stato un perentorio avvertimento… uhmmmm… ma no, era soltanto la scusa per dirle di quella volta…

    Improvvisamente si accorse che s’era dimenticato cosa c’era scritto in quel messaggio… destino o forse la voglia di non pensarci… si guardò in giro, vide il computer ancora appoggiato sul suo bel tavolo fratino, e senza pensarci due volte, si avvicino vedendo che nel frattempo era arrivata un’altra e-mail, con sua grande sorpresa, ancora più perentoria di quella di prima, poche le parole ma assai chiaro il significato, e la senti persino quella voce che diceva: “A che gioco giochiamo?”

  • Stella

    Sol non riusciva a non pensare al coleottero che più lo guardava nel suo soggiorno e poi vicino al pc diventava sempre più grande, stile Alice nel paese delle meraviglie, solo che qui di meraviglioso non c’era nulla. Sotto la doccia, i getti della’acqua calda le intorpidivano i pensieri, ma nonostante tutto il suo pensiero continuava andare al coleottero e a quel messaggio che nulla c’entrava con la sua vita. All’improvviso si volto verso la porta della doccia, per aprire la porta e prendere l’asciugamano quando dalla porte intravvide l’obra di lui, era immenso. “No, non può essere” sto sognando, si ripetè. Apri l’acqua fredda e urlò: “Ma questo non è un sogno, l’acqua è gelata veramente”. Il terrore negli occhi di Sol. Sulla sua pelle brividi di freddo e di paura. Iniziò a battere i denti…

  • arthur

    No… un coleottero nella mia storia?

    no, no, no…non ci posso credere!!! 😦

  • solindue

    Vi ho mai detto che vi adoro??? Siete divertentissimi, Non ho ancora capito se mi sono rivestita o sto girando nuda per casa con un coleottero che mi spia…stasera con calma vedrò ti tirarne le fila…ohibò!!
    Ho un dubbio sulla foto di copertina: l’Asus o Sol’ sotto la doccia?
    Mah, deciderò alla fine….

  • arthur

    E perchè no entrambe le cose? 🙂

    ps: guarda che, coleottero o no, la storia continua…

    • solindue

      Certo che continua, dovrò pur rivestirmi!! Con questo raffreddore finirò per prendermi una polmonite se continuo a girare nuda per casa. Spero il riscaldamento fosse al massimo, perchè Stella mi ha fatto fare anche una doccia fredda!!!
      Andateci piano ragazzi, io mi sognavo una bella storia d’amore…ma qui c’è la regia di Dario Argento, temo…bbbrrrr….

  • Stella

    Mia cara Sol ma io ti ho lasciata sotto la doccia urlante e in preda al panico? come ci sei finita nuda per casa?

  • Stella

    E poi il coleottero mica ce l’ho messo io Arthur? ce l’ha messo Lulu? e questo linneo che io non conoscevo? l’ho detto che io ho fatto le scuole basse??? ma mi lasciate la povera sol urlante nella doccia????

    • solindue

      Ok ragazzi niente panico! Time out. Siete bimbetti un po’ discoli e avete bisogno della maestra che vi guidi. Dunque metto assieme il testo, e vi propongo questa notte e/o domattina l’insieme della cosa. Voi fate il punto della situazione e poi andiamo avanti. Così magari anche io dico la mia. Adesso però cena: ho appena fatto l’olio!! stasera bruschetta uhmmm….
      buonappetito!!!

  • Stella

    Adesso ho capito!!! Io ho letto il pezzo di storia di solindue e ho scritto Arthur ha fatto lo stesso e i pensieri si sono sovrapposti ARTHUR,…..

  • Lorena

    Buongiorno a tutti voi ragazzi solindue, stella arthur, alanford, lulu82 ecc. …, che bello che gioia essere qui a casa di solindue per giore… tutti insiemea… Ed ora, posso?? Posso unirmi a voi per “giocare”. Del mio passato da informatica vi racconto questo: quando entrai nel 1981 in Comune, non esistevano i computer ma c’erano solo i terminali ne avevamo uno tutto il settore collegato col ced centrale, ho perfettamente in mente due trascinatori ad anelle dentellate, posti ai lati della stampante (che regolarmente si spaccavano e dal ced ce le inviavano per sostituirle). A seconda delle stampate avevamo la carta più larga e più stretta da cambiare all’occorrenza. Mi ricordo che passavamo ore ad inserire in “atms” le presenze alla mensa dei bambini per mandare i bollettini di pagamento alle famiglie… Ed ancora ricordo ancora quei “cassoni” delle prime macchine da scrivere elettroniche “Editor 4” della Olivetti …Successivamente ricordo le prime macchine da scrivere a testina rotante intercambiabile della Ibm, le prime che avevano anche il nastro correttore e via andare. …Ricordo ancora i ciclostili prima a mano (a manovella) e poi elettrici, quante volte usandoli, scaricando male a terra la corrente prendevo delle piccole scosse. Si inchiostravano con un inchiostro ad olio nerissimo aprendo un tappo in cima al rullo, che colava da tutte le parti, ci stampavamo, le matrici dei consigli di quartiere …altri tempi …Ed oggi mi sembra, impossibile ed incredibile, che abbiamo un computer a testa collegato in rete a fibre ottiche. … E poi internet ecc. ecc. Altro che passi da gigante ha fatto il web dagli anni ’80 ad oggi!!! E’ la più grande rivoluzione, in assoluto, del secolo passato!! ….e il racconto continua. Baci tanti :-)) Lorena.

    • solindue

      Grazie Lorena,
      sempre tanto felice di leggerti. Inserirò certamente parte delle tue esperienze lavorative nella nostra storia, che sta diventando sempre più interessante…buona serata ti abbraccio.

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